Posted maggio 7, 2008 by

Mama Hari

Con un bambino piccolo ci si ritrova a vivere un sacco di prime volte. Oggi ha mangiato il suo primo toast, stamattina ha fatto il suo primo bidet, ieri per la prima volta ha detto "Guido". E chi è Guido? Non ne ho idea. E così via.
Ovvio che il primo giorno di piscina, a lungo procrastinato causa varicella e malattie varie dalla quinta all’ottava, fosse un’occasione imperdibile per me di versare due lacrimucce, visto che ormai non piango nemmeno più per il video della festa di Natale.
Peccato però che il corso di acquaticità preveda la sola presenza di insegnanti e girini. Io qui non posso entrare, c’è scritto fuori dalla piscina, sotto alla mia foto.
Pazienza, mi accontento di assistere alla partenza dall’asilo e soprattutto al momento dell’upload di tutta questa prima infanzia su un pulmino. Sono anche curiosa di cronometrare quanto ci si mette a installarli tutti sui seggiolini regolamentari, avendo noi una media di cinque minuti tra ricatti, promesse, pianti e tentativi di fuga.
Così, mentre i nonni lo accompagnano come ogni mattina, io mi preparo all’appostamento. Casco, occhiali e distanza di sicurezza.
Ancora non c’è traccia di pulmini e tantomeno segnali di partenza, sembra una mattina come le altre. Non importa, tanto volevo fumare una sigaretta. Prima però faccio quattro giri dell’isolato perché non riesco a decidere se sia meglio fermarsi in una via o in un’altra, visto che l’asilo è su un angolo.
Resisto un minuto e mezzo, poi comincio a pensare a un film di Atom Egoyan. Mi viene da piangere già così. Qualche passante mi guarda pure male: una tizia ferma su uno scooter, giacca nera, casco e occhiali scuri, che fuma spiando un asilonido.
Poi penso che se Bambino lo venisse a sapere, un po’ si vergognerebbe della sua mamma che gli fa gli appostamenti. E poi sta crescendo, è giusto faccia le sue esperienze. E se poi provassi l’impulso irrefrenabile di seguire il pulmino? Metto in moto e me ne vado, congratulandomi con me stessa per la saggia decisione. Magari più avanti, la prima volta che uscirà con una ragazza…

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  1. sphera commented:

    Quando M., non ancora dodicenne, mi ha comunicato l’anno scorso che sarebbe andata a mangiare la pizza con Kevin (Kevin?) e “un’altra coppia” (un’altra coppia??) ho valutato che appunto, le sue esperienze eccetera. E quindi quando davanti alla pizzeria Garden, sotto una piggia scrosciante, mi sono trovata con altri tre genitori straniti a dire, Beh, vabbè, allora a dopo, eh, fate i bravi, sono tornata a casa come si deve, buona buona (a piedi, che la macchina non si ha, qui).

    Poi però, quando tornata a prenderla (a piedi, la pioggia) mi è arrivato un sms che diceva “Aspetta un pochino, per favore, dieci minuti, non venire subito. Grz. Tvttb” l’idea di appostarmi dietro l’angolo della pizzeria, tra i bidoni e le prime propaggini del giardinetto pubblico mi è venuta.

    Si sappia che ho resistito, però, e mi sono aggirata tra l’altra piazza e la statale e l’edicola – tutto spento, tutto buio, pioggia a dirotto – per venti minuti buoni. Prima di vederla comparire tutta vispa. Buona la pizza, tutto bene? Sìsì, buona. Hanno offerto loro, gli uomini. Ah, bello, che cavalieri, bravi. Andiamo a casa che piove, vah.

  2. blulu commented:

    (hai trovato una soluzione-gatto-cassetta? anche al mio gli è preso sta stramberia ‘stress/emotiva/dispettosa…)

  3. utente anonimo commented:

    emozionante.

    Luigi

  4. utente anonimo commented:

    Ho capito bene? Quelli dell’asilo portano i vostri figli in piscina? Ma è fantastico da voi!!!! Alllora cosa ti ha raccontato poi il piccolino? Si è divertito almeno?

    cktc

  5. severine commented:

    “ì!”

    (testuali parole)