LA PARABOLA DEL
DEMONE DELLA LETTURA.
In quei giorni Gesù e i suoi discepoli approdarono
sulle rive del mare che bagna la regione di Logorrea.
Appena posati i piedi a terra, si fece loro incontro un
uomo sporco, malvestito, ma soprattutto posseduto.
Ed egli parlava con molte voci e citava autori
contemporanei.
"… so che sto facendo qualcosa di bello e allo stesso
tempo di orribile, perché sto distruggendo la sua
bellezza con la consapevolezza che potrebbe essere
una cosa bella, perché so che se so che una cosa è
bella, allora non è più bella – un concetto un tantino
ipermetasifico, per non dire tendente
all’autocommiserazione – come con i cani, devi stare
attento a non farti mordere proprio quando gli tieni
davanti al muso la carne che chiedevano uggiolando
– e noi dobbiamo fidarci di qualche chiacchiera per
sentito dire – la medesima vita si adatta a qualsiasi
numero di storie – parallele, concentriche,
mutuamente conviventi, o quello che vi pare."
E Gesù gli chiese "Come ti chiami? Ti devo forse
dare del voi?"
Il demone rispondendo per bocca dell’uomo disse
"Leggione", perché molti demoni erano in lui e tutti
amanti della lettura.
E Gesù si apprestò a scacciare i demoni dal corpo
dell’uomo.
Vi era là un numeroso branco di porci che
pascolavano sul monte. I poveri diavoli pregarono
Gesù di scacciarli pure, se proprio doveva, ma di
mandarli ad abitare quei porci, che avevano tutta l’aria
di essere comodi.
Gesù, che a quei tempi non aveva ancora deciso da
che parte stare, diede ascolto ai demoni, permettendo
loro di uscire dall’uomo ed entrare nei porci.
Fu così che il branco corse a gettarsi a precipizio dalla
rupe nel mare. Intanto tutti gli abitanti della città
uscirono incontro a Gesù e, come lo videro, lo
pregarono di allontanarsi dal loro territorio perché stava
turbando l’ordine pubblico.
La morale di questa storia è che non bisogna regalare le
perle (della letteratura) ai porci, perché si rischia di
trasformarli in ostriche e di venire per questo ostracizzati.
non so che dire…
provo per il tuo blog e i tuoi post un forte sentimento di “amodio” parola bellissima coniata da folco maraini.
ecco l’ho detto
sono la perdente ma bella
La morale di questa storia è che non bisogna regalare le
perle (della letteratura) ai porci, perché si rischia di
trasformarli in ostriche e di venire per questo ostracizzati.
quindi vuoi dire che devo smettere di scrivere sul blog? 🙂
Opss che idiotona…ho scritto Folco. è Fosco!!!
sempre di nuovo me
beware the oyster, quindi.
pmb: cos’è che odi esattamente?
eioche: no, se non hai ancora quarant’anni
antonio: consider the oyster
ah, meno male 😉
un concetto un tantino
ipermetasifico, per non dire tendente
all’autocommiserazione…
o anche una potentissima rottura di palle, oserei dire.
bellu postu.
“consider the oyster and other noseys”
a me leggione sembra un bel nome. mi fa readere.
ah, a proposito dell’epigrafe:
“Si elles dansent c’est parce qu’elles ont trente ans
Et qu’à trente ans il est bon de montrer
Que tout va bien que poussent les enfants
Et le houblon et le blé dans le pré
Elles font la fierté de leurs parents
Et du bedeau et de Son Eminence
L’Archiprêtre qui prêche au couvent
Et c’est pour ça et c’est pour ça qu’elles dansent
Les Flamandes
Les Flamandes”
la prossima volta che nasco devo ricordarmi che se non voglio soffrire troppo o rischiare di schiantarmi sulle roccie dovrò dedicarmi esclusivamente alle birrete da divano,farmi l’abbonamento a sky e quello a “cagne in calore”.O anche no
a proposito,quando ho saputo che quel laido di Brown per il suo merdosissimo “angeli e demoni” aveva copiato le idee migliori da Tom mi è salita l’ansia
cioé? informami meglio.
chissà se ostrega deriva da ostrakon (se ci deriva ostrica, voglio, dire, perché no)
Ha riportato la storia delle camel e del dollaro raccontate nel picchio.E l’interscambiabilità del ruolo angeli demoni di fierce invalids per l’appunto
non mi piace criticare ma se hai un blog devi purtroppo sottostare anche a questo:
spesso e volentieri adoro i tuoi post, come quest’ultimo, ogni tanto, invece, se devo fare una critica,nei tuoi post appare un autocompiacimento insopportabile e del cinismo gratuito. a volte mi sembri quei tali “sono bravo e faccio cose originali e interessanti solo io”
pmb
sottostò
(ma d’altra parte, se faccio cose originali e interessanti non sarà mica colpa mia) 🙂
ecco, oggi da brava sei più umana 🙂
pmb
no, ostrega’ viene da “os tre g’ha”, “ha tre bocche” (ignoranti, era “ores”!), da cui “o strega!” che si diceva alle pute mostruose, le quali tendevano a metter la testa sotto la sabbia, da cui “ostrich”.
perfetto.Magari questo è il post giusto dove mi si spiega allora perchè un giorno il mio amico filosofo mi disse che Hume è il padre di tutta la nostra ironia(da solo non posso farcela)
ehehehhe ok, abbasso le due parole mancate.
🙂
bacibà
io per esempio mi sono sempre vantato di essere un tipo piuttosto sveglio.
poi ho letto ‘sto post e ‘sti 20 commenti e non sono riuscito a capire niente di niente.
ora non sono più così sicuro di essere un tipo sveglio come mi credevo.
grazie a tutti.
ne esco un uomo migliore.
ragazzo sveglio: per capire devi leggere una riga sì e una no
ora capisco.
giro il consiglio anche all’amico lapo.
tira una riga sì e una no.
ne uscirai migliore anche tu.
ma come sapere quali sono le righe sì e quali quelle no?
per questo ci sono le primarie.
a cinquanta i tuoi post si leggeranno alla rovescia? Nostradama!
qualsiasi cosa.Ma “leggione” lo voglio nell’enciclopedia britannica(ecco)
propenderei
per…le “scaramazze”.
Chissà…
cmq questo post lo linko su marsilioblack, visto che parlano proprio di ‘perle ai porci’ in letteratura.
parole in stato interessante,direi
Severine, dove la compra? ne voglio anche io una bella dose.
Bab.
pensavo fosse il sacro graal e invece era una capasanta.