Posted febbraio 1, 2005 by

Biancaneve Bipolare e i Sette Nani Capitali

C’era una volta una giovane principessa che viveva apparentemente felice nel suo castello, con il padre e la di lui bellissima seconda moglie. Il suo tautologico nome era Biancaneve, che sono poi due modi di dire la stessa cosa. Per forza una viene su bipolare.

L’infanzia di Biancaneve trascorreva per lo più tranquilla, supponiamo tra un ricamo e una corsa dietro al cerchio, anche perché nessuno sembrava accorgersi della sua presenza. Fu con la pubertà che cominciarono i problemi. La regina, alias matrigna, aveva uno specchio. Non uno specchio normale, uno meno impietoso; le favole dopotutto non sono fatte per spaventare i bambini. Uno specchio diplomatico, uno che anziché mostrarti sadicamente le prime rughe o i capelli bianchi sta lì e ci gira un po’ intorno…
Ma, sai… chettidevodire, c’è in giro una ragazzina – niente di speciale, intendiamoci – sì, è caruccia, la classica bellezza dell’asino… no, non Martina Stella, no, un’altra… una certa Biancaleve, Biancalegre…
E come capita agli individui di sesso maschile, anche lo specchio le palle non le sapeva raccontare, così ogni volta, nel tentativo di tenere buona la regina, la faceva incazzare oltremodo.
Ma la regina, se leggiamo tra le righe, non è che la parte oscura della manifesta innocenza di Biancaneve. Da qui il match regina-dark-lady-sesso-droga-e-rock’n’roll contro Biancaneve-adolescente-e-ignara-dei-fatti-della-vita.
Fu allora che la regina decise di assoldare un killer, un uomo pericoloso, pare che l’avesse conosciuto su icq ma le voci non hanno ancora trovato conferma. Un uomo capace di tutto, con precedenti penali per istigazione al suicidio di intere nidiate di coniglietti e associazione di stampo mafioso coi lupi di Pierino e dei Tre Porcellini. Un uomo meglio noto come il cacciatore.
Questo poveraccio, cacciando e chattando, aveva conosciuto una donna, bella gnocca tra l’altro, che cercava giusto un amante per sfuggire alla noia degli impegni di corte. Peccato che la signora fosse per così dire un po’ danneggiata dal lato emotivo, e così saltò subito fuori l’altra parte di lei, la bambina, l’innocente, l’ingenua, poverina.
Lei un po’ se ne vergognava, avrebbe voluto fare la femme fatale e fregarsene dell’emotività, così gli chiese di trucidargliela (la parte emotiva intendo), ma quest’uomo dal cuore tenero, o forse semplicemente codardo, non ne fu capace. Purtroppo uomini del genere si trovano solo nelle favole. E nemmeno più in quelle, visto che il gesto magnanimo del cacciatore venne ripagato con la morte per fame, o per sete, una qualche privazione insomma. Fuor di metafora, potremmo affermare che la regina a quel punto non gliela dava più.
Ma spostiamoci nel bosco. Povera Biancaneve. Che brutto momento quando gli uomini ti tradiscono.
Non solo il cacciatore che l’aveva invitata a uscire e poi si è capito che aveva altri scopi, ma anche suo padre, com’è che l’aveva abbandonata? Perché non era intervenuto a difenderla?
Forse un pochino di innocenza qui la perse anche lei.
E quando si è in uno stato d’animo come questo, è molto facile incappare in cattive compagnie. Ma cosa dico, i nani cattive compagnie? Maddai. Eppure.
Quanti erano? Bene. E che caratteristiche avevano? Dunque, vediamo, uno iroso (Brontolo), uno accidioso (Mammolo), uno lussurioso (Gongolo) e via dicendo, l’esercizio di ricordarli tutti fatelo voi (no, che c’entra Lucignolo?).
Se a questo punto volessimo considerare quell’anima candida di Biancaneve come per l’appunto un’anima, verrebbe da sé che i piccoletti ne rappresentino il corpo. E l’adolescenza, si sa, è un momento difficile per quanto riguarda i rapporti col proprio corpo.
Quello che si era ritrovata Biancaneve poi, diciamocelo, era pieno di difetti. Ma dico, lo sapete tutti che lavoro facevano i sette omuncoli, raccoglievano diamanti. Ho detto diamanti, pietre preziose, i migliori amici delle ragazze. E quando mai si è visto che ne portassero a casa uno anche piccolo, due carati e mezzo-tre, una cosina tanto per dire grazie che ci hai fatto trovare anche stasera una ciotola di minestra e i lettini rifatti? No way.
Niente diamanti per Biancaneve, nessuna attenzione da parte di questo corpo ingrato. Volersi bene poi è una pratica che esige una certa maturità e soldi spesi in psicoterapia, cosa ne può sapere l’ingenua protagonista di una favola? E proprio questi sono i presupposti della tragedia. Sì, perché se i nani-corpo avessero avuto qualche attenzione in più per quella che era la loro amica-anima, invece che preoccuparsi soltanto di accumulare beni materiali, Biancaneve avrebbe potuto dire alla strega ecchemmenefaccio io di una mela, io ci ho i diamanti! e invece, non avendo mai ricevuto un bel niente, alla sventurata anche una mela deve essere sembrata chissà cosa e se l’è inglobata. Con le conseguenze che tutti conosciamo.
È arrivato l’addetto al trasporto anime per portarsela via, lasciando tutte le piccole parti del suo corpo a decomporsi, così come vuole la dura legge della natura. Mica avrete creduto veramente alla storia del Principe Azzurro?

Prossimamente: Cappuccetto Rosso e la Bulimia

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  1. Effe commented:

    io, per me, questo pezzo l’ho adorato

  2. severine commented:

    ha visto? non si butta via niente.

    però l’ho riscritto per la sesta volta.

  3. utente anonimo commented:

    la fai anche la versione fiaba sonora?

  4. severine commented:

    certo, la potrai avere in regalo con i punti dei formaggini Prealpi.

  5. utente anonimo commented:

    ottimo, ne ho a casa tantissimi vintage.

  6. BubbleHouse commented:

    “Biancalegre”, top!

  7. CarolineH. commented:

    Uhm…mi incuriosisce questa associazione fiaba/psicanalisi. Non è nuovissima, intendiamoci, ma ognuno di noi può leggerci dentro nuovi messaggi. E su Cenerentola?

    cosa mi dici di lei?

  8. utente anonimo commented:

    l’ottavo nano (quello che è morto) si chiamava embolo.

  9. severine commented:

    Cenerentola non è nel palinsesto per ora (anche perché era quella con meno problemi di tutte).

  10. CarolineH. commented:

    Ma scherzi? Cenerentola ha un sacco di problemi. Uno per tutti:

    essere dolce e accondiscendente con la matrigna e le sorellastre che la trattavano come la trattavano, significa avere una tendenza la masochismo non indifferente.

  11. utente anonimo commented:

    direi che hans & gretel ne hanno passate di peggio. sai che traumi.

    ripensandoci, ne abbiamo subiti di peggiori noi, con massimiliano spezzali e mauro repetti.

    maurizio

  12. utente anonimo commented:

    massimo pezzali, scusate. evidentemente, mi hanno reso irrimediabilmente distattile.

    maurizio

  13. severine commented:

    E visto che siamo in tema di correzioni: hansel e gretel.

    (avevo scritto “gratel”, chiarissimo indizio delle mie origini brianzole)

  14. utente anonimo commented:

    ripeto: sono dist(r)attile. è andata già bene: potevo scrivere gransel & hetel. o simon & gurfunkel.

    maurizio

  15. antonio_bois commented:

    c’è anche raperonzolo e l’alopecia (una storia triste).

  16. severine commented:

    Solo se prendiamo in considerazione una forma psicosomatica di alopecia.