SeverineCome as you are

Si parla di rete, direte

Che dire, avessi un registratore mentale, ora potrei riprodurre la sequenza di improperi e domande retoriche tipo macheccazz? che si sono susseguite nella mia testa mentre visionavo tutto lo scibile umano in fatto di fotografi pubblicitari elencati nel ranking di Lürzer’s Archive.
No link, perché altrimenti ve la svignate tutti a vedere le réclame e poi non finite di leggere qui.
Ma non ce l’ho coi fotografi, no, loro sono bravi. Ce l’ho coi loro amici webmaster drogati.
A che scopo mi chiedo avere un sito che si carica in 45 minuti prima di farti vedere una sola foto? Perché, mentre aspetto, mostrarmi tutte le porcate possibili per rappresentare il loading?
Ce n’è veramente per tutti i gusti, cubi che si scompongono da una parte e si ricompongono dall’altra. Interi mondi in wireframe che si creano e ruotano. E ruotano. E ruotano. Foto che rimbalzano, ma sono talmente piccole che non si vede nemmeno se c’è dentro una persona o un bidet e allora cosa me ne frega se rimbalzano se manco le posso vedere?
Mettetemi una bella pagina fissa con un paio di esempi di foto, così magari capisco anche che tipi di fotografi siete. Basta far divertire quei logorroici del Flash dei vostri web designer.
Fossi un po’ maniaco-ossessiva con turbe da persecuzione altrui scriverei a tutti questi signori raccontandogli come per colpa di un sito palloso rischiano di perdere un sacco di lavori da parte di persone molto meno pazienti di me (che poi alla fine alcuni li ho saltati a piè pari anch’io: non riuscivo a trovare le foto).
Invece mi rendo conto che mi sto sfogando per iscritto con gente a cui non frega così tanto come ho passato il pomeriggio in ufficio, magari sperando che un futuro disegnatore di siti passi di qua e raccolga il mio appello: i flash lasciateli usare un po’ anche ai fotografi.

[La foto è molto appropriatamente copyright di Aernout Overbeeke]